Dopo il debutto in prima nazionale a Romaeuropa, la nuova creatura di Motus è ora un mostro a due teste che, attraverso due spettacoli complementari, A love story e History of hate, indaga le polarità opposte dell’esistenza umana, creazione e distruzione.
Nel comporre e de-comporre l’opera mostruosa di Mary Shelley, Frankenstein, or The Modern Prometheus (1818), il mito romantico si trasforma in grido di allarme e richiesta di empatia in questa “nuova era oscura”. Un’indagine sulle relazioni che fondano (o distruggono) la possibilità stessa di vivere insieme. Un’ indagine politica e viscerale, su cosa significa essere creaturə vulnerabili, e cercare comunque un posto nel mondo. Anche se il mondo quel posto non vuole concederlo.
In A love story ci siamo addentratə nella solitudine abissale delle creature partorite dalla fantasia di Shelley: corpi ibridi, marginali, inquieti, che cercano relazioni impossibili, affetti non normati, riconoscimenti mai concessi. Abbiamo esplorato il confine fragile tra umano e non-umano, tra desiderio e paura, tra cura e abbandono.
History of hate è il contraccolpo: è ciò che accade quando l’amore – negato, rifiutato, umiliato – si spezza. Quando l'incontro fallisce e si trasforma in rigetto. Qui la tenerezza implode, la benevolenza si deforma, e il mostro appare tra le fiamme, nel vuoto dell’ascolto, nella ferita della solitudine. Non è nato cattivo: è stato reso tale.
Poter vedere i due capitoli del progetto dedicato a Frankenstein insieme restituisce una “mappatura dell’orrore”: un viaggio nella darkness di questi giorni. E, come tutte le discese agli inferi, ci porterà poi a riveder le stelle!
Nelle recite dell'8 e 9 novembre i due spettacoli sono presentati insieme: Frankenstein_diptych (love story + history of hate).
Produzione
Motus, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Snaporazverein (CH) e Romaeuropa Festival
Residenze artistiche ospitate da AMAT, Sardegna Teatro e IRA institute
Drammaturgia
Daniela Nicolò
Ideazione e regia
Daniela Nicolò & Enrico Casagrande
Interpreti
Tomiwa Sanson Segun Aina, Yuan Hu, Enrico Casagrande
In video
Silvia Calderoni e Alexia Sarantopoulou
Scena e costumi
Daniela Nicolò & Enrico Casagrande
Musiche
Demetrio Cecchitelli
Disegno luci e video
Simona Gallo e Theo Longuemare
Ambienti sonori
Enrico Casagrande