02 Novembre
Teatro Eleonora Duse
Eros, la divinità dell’antichità, aveva molte nature, oltre a quella della passione amorosa: l’amicizia e la tenerezza, l’affetto e la solidarietà, la simpatia e la stima.
Compassione è uno spettacolo in forma di solo, tra i più recenti ideati dall’Odin Teatret. È un trittico che rappresenta tre diverse situazioni di Eros: tre storie grottesche, dolenti ed emblematiche che provengono dalla quotidianità del presente e dalle tenebre del mito. Storie di vita, di morte e di speranza, attraversate da un unico fil rouge che è il soffio vitale che pulsa, nonostante tutto, nel profondo dell’animo dell’essere umano, sempre pronto a piantare il seme di una nuova primavera.
Nel primo episodio: un monaco yazida, per far tornare gli uccelli, pianta un albero nel deserto. L’albero cresce morto.
Nel secondo episodio: una rifugiata cecena racconta dell’amore per il marito scomparso in guerra.
Nel terzo episodio: Tiresia, cieco e veggente, ricorda il destino di Edipo e di sua figlia Antigone.
***
In Compassione un monaco yazida dice: «Questo è l’albero che farà tornare gli uccelli. Aspetto il ritorno degli uccelli quando l’albero fiorirà. Perché questo albero crescerà, fiorirà e darà frutti anche in questo deserto». Lo spettacolo Compassione è come un piccolo albero che ha bisogno di tempo e cura per crescere. È un regalo a Eugenio Barba, regista dell’Odin Teatret. Nasce dal desiderio di mantenere vivi gli spettacoli, la memoria, le intenzioni e i valori del nostro gruppo di teatro. È un atto di resistenza ostinata. Un modo per sostenere il fondatore di una piccola tradizione che mantiene accesa la fiamma. Julia Varley
La parola “rivale” viene dal latino rivus, fiume. Vi sono sempre conflitti tra popolazioni che condividono un corso d’acqua. Stranamente, i bellicosi Apaches e i loro vicini Yavapaí ebbero rapporti pacifici pur abitando nei pressi del fiume Verde in Arizona. Tra i pochi resti della loro cultura vi è questo canto: Affinché tutto accada, balliamo. Verrà la pioggia, la frutta e la selvaggina. Mai mancherà il cibo, se balliamo.
Il teatro è il nostro ballo sulle instabili onde di una corrente. Lo sappiamo tutti che la storia è un fiume di sangue e che lo storico e l’artista, quando non ne sono vittime, devono navigare le sue acque. Navigare, a teatro, vuol dire saper restare a galla, nuotare ostinatamente e testimoniare in prima persona. Il teatro non esiste. Io sono il teatro. Eugenio Barba
Produzione
Odin Teatret
Regia
Eugenio Barba
Interprete
Julia Varley
Oggetti e costumi
Julia Varley
Assistenti alla regia
Antonia Cezara Cioază, Jakob Nielsen