20 Gennaio
Teatro Gustavo Modena
«Fillus de anima. È così che li chiamano i bambini generati due volte,
dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra»
Interpretazione elegante e vibrante di Anna Della Rosa, da uno dei più bei romanzi di Michela Murgia (premio Campiello 2010). Veronica Cruciani, con l’adattamento teatrale di Carlotta Corradi, disegna un monologo dai toni crudi, che è anche un’intensa prova d’attrice.
In un paesino immaginario della Sardegna degli anni ’50, Maria è una bimba di sei anni che viene data a fill’e anima, dalla madre naturale a Bonaria Urrai (Tzia Bonaria) una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere. Infatti, Bonaria aiuta le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. Allora fugge nel continente per dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. L’accudimento finale è uno dei doveri dell’essere “figlia d’anima”, una forma di “riconoscimento” tra il genitore naturale e il genitore adottivo.
Lo spettacolo inizia proprio dal ritorno di Maria: il tempo della separazione pesa tra le due donne e la verità e la rabbia che la ragazza ancora prova per il tradimento subito dalla Tzia riemergono. Raccontare come terapia: la relazione tra madre e figlia adottiva è un intreccio, «la loro intesa possiede il valore speciale delle cose che si sono scelte».
Durata dello spettacolo: 70 minuti.
Fuori abbonamento
Produzione
Savà Produzioni Creative, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Drammaturgia
Carlotta Corradi
Regia
Veronica Cruciani
Interprete
Anna Della Rosa
Scene
Antonio Belardi
Costumi
Anna Coluccia
Luci
Gianni Staropoli e Raffaella Vitiello
Suono
Hubert Westkemper
Musiche a cura di
John Cascone
Video
Lorenzo Letizia