Rappresentate in unico spettacolo, Coefore ed Eumenidi costituiscono il secondo e terzo capitolo dell’Orestea di Eschilo.
Sono passati dieci anni dalla morte di Agamennone, ucciso dalla moglie Clitemnestra per vendicare il sacrificio della figlia Ifigenia, prologo ineluttabile della trilogia tragica, l’unica arrivata sino a noi nella sua interezza. Le macerie di un ponte crollato, divani e pianoforti immersi nel ghiaccio, un vecchio grammofono abbandonato, una grande tomba sui cui Elettra piange il padre: è un mondo algido e devastato quello in cui piomba Oreste, spinto da Apollo a tornare ad Argo per vendicare la morte del padre. Perseguitato dalle Erinni per l’assassinio della madre Clitemnestra e del suo amante e complice, Egisto, Oreste fugge sino a giungere al tribunale dell’Aeropago, dove con la complicità di Apollo e il voto di Atena, che vale doppio, verrà assolto, mentre le Erinni si trasformano nelle Eumenidi, le benevole.
Opera di teatro totale, Coefore / Eumenidi si avvale di una colonna sonora in costante dialogo con il testo e i video proiettati su un ledwall sferico – un sole ghiacciato da cui emerge il fantasma di Agamennone, ma anche flash di tragedie contemporanee che non hanno trovato giustizia. Gli abiti, ora severi ora scintillanti, le uniformi simil naziste, le citazioni cinematografiche rimandano a un’ambientazione anni Quaranta. «Non siamo “modernisti”, ma artisti e abbiamo la responsabilità di dare vita alle parole della tragedia, materia viva e pulsante che racconta le umane fragilità, a volte terribili, anche con riferimenti che il pubblico possa cogliere immediatamente» afferma Davide Livermore. «Il mondo di Coefore è un sistema di potere distrutto, dove il fantasma di Agamennone impregna un impianto scenico che chiama direttamente in causa il pubblico. In Eumenidi comprendiamo che l’atto fondativo della democrazia è l’assoluzione di un matricida da parte di un giudice, Atena, e di un avvocato, Apollo, che per la loro stessa natura divina determinano una disparità del giudizio al limite dell’iniquo». La questione aperta, dunque, è il significato della parola giustizia.
Produzione
Teatro Nazionale di Genova, INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico
Traduzione
Walter Lapini
Regia
Davide Livermore
Personaggi e interpreti Coefore
Musici | Diego Mingolla, Stefania Visalli
Oreste | Giuseppe Sartori
Pilade | Gabriele Crisafulli
Elettra | Anna Della Rosa
Le Coefore | Gaia Aprea, Alice Giroldini, Valentina Virando, Cecilia Bernini (cantante), Graziana Palazzo (cantante), Silvia Piccollo (cantante)
Voce e immagine di Agamennone | Sax Nicosia
Clitennestra | Laura Marinoni
Cilissa | Maria Grazia Solano
Egisto | Stefano Santospago
Una donna | Nicoletta Cifariello
Le Erinni | Maria Laila Fernandez, Marcello Gravina, Turi Moricca
Guardie | Lorenzo Crovo, Lorenzo Scarpino, Davide Niccolini
Personaggi e interpreti Eumenidi
La Pizia (Profetessa) | Maria Grazia Solano
Apollo | Giancarlo Judica Cordiglia
Le Eumenidi | Maria Laila Fernandez, Marcello Gravina, Turi Moricca
Fantasma di Clitennestra | Laura Marinoni
Statua di Atena | Bianca Mei
Atena | Olivia Manescalchi
Scene
Davide Livermore, Lorenzo Russo Rainaldi
Costumi
Gianluca Falaschi
Musiche originali
Andrea Chenna
Luci
Marco De Nardi
Video Design
D-Wok
Regista assistente
Sax Nicosia
Assistente alla regia
Aurora Trovatello
Ci dispiace ma questo spettacolo al momento non è in programmazione