Una favola post-atomica e distopica, giocata su diversi registri linguistici: quattro esseri umani, tre uomini e una donna, si incontrano nella Germania del 2050, ormai distrutta da catastrofi ambientali e nucleari. Decidono di mettersi in viaggio, su una zattera, per discendere il fiume Reno per raggiungere Xanten, città neutronizzata quarant’anni prima (ovvero oggi), e perciò “toxi-clean e body-empty”. Sembra restare poco di umano in quelle quattro figure, almeno all’inizio di questa vicenda, se non l’istinto, il senso d’angoscia e i loro linguaggi: ognuno cerca di sfuggire alla paura proprio con un particolare atteggiamento linguistico.
Racconta la regista, Daniela Ardini: «Lentamente avviene un avvicinamento esistenziale fra i quattro personaggi che è anche e soprattutto un avvicinamento linguistico. La zattera è pervasa di umori grotteschi e di un senso di attesa assoluzione: non la città di Xanten reale o come topos utopico, ma il ritrovamento di Xanten in sé stessi costituisce la conclusione “positiva” del dramma. Il testo ha molti temi portanti: le conseguenze della crisi ambientale, la paura della vita e della morte, la solidarietà come recupero dei valori umani, il contrasto generazionale… Tutto trasmesso in una forma moderna, provocatoria, e senza far mancare sprazzi di comicità».
L’autore, Harald Mueller, nato nel 1934 – spiega la dramaturg Michaela Bürger – ha fatto i più svariati lavori prima di diventare drammaturgo e scrittore. Poco frequentato in Italia, Mueller debutta, nel 1970, con Großer Wolf ma ottiene riconoscimenti mondiali con le commedie Stille Nacht (74) e appunto con La zattera, del 1986, che vanta numerosi allestimenti e la traduzione in dodici lingue.
Durata dello spettacolo: 1 ora e 30 minuti.
Produzione
Lunaria Teatro
Regia
Daniela Ardini
Interpreti
(in ordine di apparizione) Alessio Zirulia, Francesco Patanè, Paolo Portesine, Rita Castaldo
Musiche
Giorgio Neri, Alessio Panni
Visual
Scuola Chiavarese del Fumetto – Stefano Gualtieri, Luca Nasciuti
Scene
Giorgio Panni, Giacomo Rigalza
Dramaturg
Michaela Bürger-Koftis
Trucco
Barbara Marano
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